• CURZIO VIVARELLI quado similfantesca

  • La fantesca in casa Bismarck 
  • novella futurista con illustrazione
  • di
  • Curzio Vivarelli
  • La fantesca di casa Bismarck era di origine italiana. Accolta nella magione del Cancelliere ancora fanciulla vi era cresciuta imparando la vita d'una gran casa con ospiti quali ministri e junker e diplomatici e generali in una capitale europea!
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  • Il Cancelliere che ne apprezzava il temperamento naturale unito ad un garbo innato non perdeva occasione d informarsi sulla sua educazione e sui suoi desideri. Aveva notato, fra l'altro, che questa giovane donnina metteva del gusto nel riporre ed ordinare i numerosi quadri che venivano recati in dono alla magione cancelieresca. Sappiamo dai biografi e dai cronisti di fine ottocento quanto poco tenesse in conto, il Bismarck, le "croste", spesso di pittori di fama!, che finivano, dicevo, appoggiate fra pavimento e parete, abbandonate a celebrar il fasto dell'arte giusto all'altezza degli occhi dei cani che facevano compagnia al burbero Cancelliere temprato alla solitudine e agli occhi intenditori del gatto di casa. Primo effettivo esempio - davvero futurista!! - di un'arte plastica finalmente fruibile anche da animali domestici ed istruiti...
  • Dunque il Cancelliere, che dai più si crede attento solo ai desideri di ministri e di monarchi (spesso questi ultimi corti di comprendonio) e dame e industriali di quella Berlino inquieta e volitiva, aveva un riguardo curioso per la cura che la fantesca metteva nello spolverare e mettere i quadri di quella che sarebbe potuta benissimo essere una esposizione futurista di pittura per cani a gatti in bell'ordine e seguendo una certa affinità di temi!
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  • Al punto che un dí, invece di comunicare con la fanciulla pel tramite dell'anziana capocameriera di casa il Cancelliere volle interrogarla da sé. Ora non scomodiamo assolutamente inclinazioni dell'affetto: al Cancelliere era bastata ed avanzata di molto la famosa vacanza di Biarritz con la dolce Katharina Orlow, nata contessa Trubezkoy, e tollerata dalla piissima Frau von Bismarck che sapeva, ne va dato lealmente atto, riconoscere i propri limiti passionali di moglie devota e madre esemplare.
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  • Al Cancelliere era gradita la presenza timida di quella fanciulla italiana spontanea e con uno stile che oltrepassava il proprio modestissimo rango, punto e basta.
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  • Sta di fatto che un dí, appunto, egli volle parlar con costei e dopo i convenevoli dell'etichetta, le chiese senza preamboli se gradisse in dono uno di quei bellissimi quadri ch ella sempre spolverava e poggiava con garbo. Era un pretesto invero anche nobilmente generoso per disfarsi d'uno almeno di quei quadri ai quali la sua sensibilità di arbitro del destino di Prussia, prima, e poi d'un Reich attribuiva appunto l'importanza pari a quella della posizione: labile alquanto e adeguata se sia fra pavimento e parete.
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  • La giovine donnina palesemente intimidita accettó ma con un lieve disappunto del Bismarck che sperava levarsi di torno delle grosse tele celebrative e retoriche recanti in casa null'altro che intrigo, disordine (se non le si appende debitamente...) e soprattutto polvere, si scelse un piccolo panorama paesano debitamente incorniciato. Scelta che ora riconosciamo obbligata quasi visto che il soggetto le rammentava il bel paesaggio natío...
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  • E se lo appese, usando chiodo e martello, nella sua cameretta berlinese entro la dimora del Cancelliere di ferro.