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Heliopolis Stand Torino 2005
  •  (Allo stand Heliopolis, Fiera del Libro di Torino,
  • Biagini, Giovannini, Manfredi, Stafoggia, 2005)

  • ... CHI SIAMO...
  • (il classicodiciamo generalista e specificatamente all'avventura  dell'Heliopolis Edizioni), 
  •  in ordine temporale,  sempre qui di seguito...
  •     1)    "Centro Studi Heliopolis" (1975-Attuale),
        2)  "Vertex-Poesia                (1979-1991),
      3)  "Nuova Oggettività"         (2010-2015).
  •  
  • guarda anche in altra pagina di  "NOTIZIE": 
  • "L'interpretazione dell'esperienza di "Letteratura-Tradizione",
  • (43 numeri, 3 serie, 1997-2009)
  • ed anche l'articolo
  • di Marco Rossi:
  • "Contributo all'analisi di "Letteratura-Tradizione".
 
  • La Taberna Libraria con Gianni e Paolo2(Paolo Silvestri e Gianni Bertuccioli nella  Taberna libraria  della Heliopolis Edizioni,
  • sita in via dell'Ombra 1, a Pesaro,1995)


I    PROMOTORI
(nel  trentennale  della casa editrice)
Per comprendere bene la storia del marchio HELIOPOLIS, dobbiamo rifarci ad un
testo  ed ad un  sottotesto...
 
Il
testo
è fornito dalle reali energie spese dai partecipanti, a vario titolo, nei decenni, (... più di 30 anni dalla fondazione della  Heliopolis Edizioni, più di 40 anni dalla fondazione del Centro Studi Heliopolis, matrice di tutto), quindi sul lato giuridico (forma dell’impresa), economico, complessivamente ideativo e dell’effettiva azione editoriale e dell’affiancamento amicale più stretto.  La prima forma fu la ditta individuale (S.G.), poi una Snc con partecipazione di Gianni Bertuccioli, Giovannini e  Paolo Silvestri, poi una successiva forma intestata a Astelvio Biagini, poi una Srl intestata a Biagini, Bertuccioli e Giovannini, poi una Heliopolis Srl facente parte del Veliero Srl (Gruppo La Fiera) di proprietà di Walter Stafoggia, contestuale all’edizione di “Letteratura-Tradizione” (1997-2009), penultima, dal 2009 fino a fine 2015 una  ditta individuale di Astelvio Biagini ed in corso, da inizio 2016, sempre la  Heliopolis Edizioni di idee e materiali di scrittura, ma come fondo heliopolis, di proprietà del  Centro Studi Heliopolis di Pesaro, associazione culturale riconosciuta priva di scopi di lucro, ormai come struttura amatoriale.

Astelvio Biagini 2
  •  Astelvio Biagini
     

     Quindi una corsa ad ostacoli, dove in realtà (sul lungo periodo) tutti i principali partecipanti (sopra citati) si sono, più bene che male, quasi contemporaneamente, scambiati il testimone...  In realtà bisogna anche dire che, essendo le invenzioni dell’Heliopolis, particolarmente attrattive per molti intellettuali, alcuni di essi si sono affiancati,
  • lungo tutta la storia della casa editrice, con un ruolo spesso assai superiore a quello di semplici estimatori...
      
 
Il
sottotesto:
 
quindi è molto più complesso di ciò che si deduce dalla produzione effettiva, dalla più o meno vasta notorietà in certi ambiti e dal riscontro giornalistico critico e più ampiamente culturale. A periodi ove abbiamo riscontrato fortissimo interessamento comunicazionale (...vedi anche rassegna stampa in "NOTIZIE", su questo stesso sito) e contatti al massimo livello dell’editoria nazionale,  sono seguiti molti anni di pausa quasi assoluta, con ritorni di curiosità e d'intervento insperati. 

In più dobbiamo aggiungere, che gli affiancamenti di  lungo periodo, ovvero quelli che derivavano (e derivano) naturalmente dalle contestuali iniziative dei principali promotori, dal Centro Studi Heliopolis, (1975-Attuale), al Vertex-Poesia, (1979-1991), a Letteratura-Tradizione (1997-2009), alla Nuova Oggettività (2010-2015), hanno offerto generosamente sempre nuovi  validissimi amici  e qualità personali indiscutibili, all'iniziativa complessiva...  Tra i più cari  amici ed i collaboratori più importanti per noi, non sopra citati,  vi sono stati, con varie modalità ed in diversi tempi: 

  •  
    Marco Allasia,
    Alberto Cesare Ambesi,
    Manlio Bichiri,
    Davide Bigalli,
    Ettore Bonessio di Terzet,
    Claudio Bonvecchio,
    Giuliano Borghi,
    Lorenzo Braccesi,
    Alfredo Cattabiani,
    Vincenzo Centorame,
    Claudio Ceranto,
    Gianni Chiostri,
    Leonardo  Clerici,
    Sandro Consolato,
    Vitaldo Conte,
    Gianpaolo Dabbeni,
    Giovanni Damiano,
    Brunello De Cusatis,
    Francesco Demattè,
    Vittorio de Pedys,
    Gianfranco de Turris,
    Susanna Dolci,
    Massimo Donà,
    Giuliana Falcetta,
    Barbara Ferullo,
    Agostino Forte,
    Francesco Franci,
    Bruno Labate,
    Gian Franco Lami,
    Luigi Lombardi Vallauri,
    Luca Gallesi,
    Teodoro Klitsche de la Grange,
    Romano Gasparotti,
    Fausto Gianfranceschi,
    Giuseppe Gorlani,
    Roberto Guerra,
    Alessandro Guzzi,
    Biagio Luparella,
    Giulio Maganzini,
    Francesco Mancinelli,
    Valerio Massimo Manfredi,
    Gian Ruggero Manzoni,
    Giuseppe Manzoni di Chiosca,
    Andrea Marcigliano,
    Mario Mariani,
    Stefano Mecenate,
    Matteo Marconi,
    Simone Marletta,
    Francesco Paolo Menna,
    Marco Monaldi,
    Gianluca Montinaro,
    Lodovico Pace,
    Raffaele Perrotta,
    Luisa Pesante,
    Federico Prizzi,
    Giuseppe Puppo,
    Miro Renzaglia,
    Maurizio Romagnoli,
    Tommaso Romano,
    Marco Rossi,
    Paolo Aldo Rossi,
    Andrea Scarabelli,
    Riccardo Scarpa,
    Giovanni Sessa,
    Vittorio Sgarbi,
    Luigi Sgroi,
    Luca Siniscalco,
    Enrico Squarcina,
    Fulvia Toscano,
    Stefano Vaj, 
    Filippo Venturini,
    Vittorio Vettori...
       
     

    Paolo Aldo Rossi(Il Prof. Paolo Aldo Rossi,
  • Un. GE, che ci ha affiancato, per lungo tempo
  • con grande amicizia e generosità, nell'avventura della Heliopolis Edizioni,
  • determinando anche la costituzione del nostro Comitato Scientifico per tutti gli anni '90)


    Storico  comitato scientifico  Heliopolis  Edizioni

    (operativo fino a tutti gli  anni ‘90):
     

    Umberto Albini, Un. GE; Anna Bauer, Un. Francoforte; Walter Berschin, Un. Heidelberg; Ferruccio Bertini, Un. GE; Don Alberto Boldorini, Dir. Renovatio, GE; Lorenzo Braccesi, Un. PD; Antonio Brancati, Dir. Bibl. Oliveriana, PS; Franco Brioschi, Un. St. MI; Franco Cardini, Un. FI; Patrizia Castelli, Un. FE; Gianfranco de Turris, Roma; Francesca Ghedini, Un. PD; Marcello Gigante, Un. NA; Marcus Junkelmann, Monaco di Bav.; Domenico Losurdo, Un. Urbino; Mario Luni, Un.Urbino; Don Italo Mancini, Un. Urbino; Valerio Massimo Manfredi, Modena; Scevola Mariotti, Un. Roma; Piergiorgio Parroni, Un. Cassino; Quirino Principe, Conserv. MI; Paolo Aldo Rossi, Un. GE; Edoardo Sanguineti, Un. GE; Vittorio Sgarbi, Ferrara.

     

     
1)
 
*

Il
Centro Studi Heliopolis

(1975-2015)


  • è stato fondato a Pesaro nel 1975.  Ha avuto la sua prima storica sede in Via Gavelli e successivamente si è spostato varie volte.
  • Si è ispirato, nei suoi animatori,allora giovani universitari,
  • alla tradizione primordiale originaria, con prevalente visione romanocentrica
    ed all’umanesimo classico. 
  • Ha sempre svolto una triplice attività :
  • 1) - una ricerca interna con approfondimento di lavoro teorico ed operativo,
    privilegiando un approccio alla dimensione del Sacro,
    rispettoso delle dimensioni confessionali e contestualmente rifuggente da ogni neo-spiritualismo d'accatto, con particolare valorizzazione
    della tradizione originaria romana in un quadro di sincretismo,
    rivolto alle fonti,  serio e compatibile;
    2)  -  un’attività culturale  "nella" e  "per"  la città con
    conferenze, convegni, mostre, manifestazioni varie;
    3) - un’attività di rilievo nazionale ed europeo, avendo favorito nel tempo la creazione di attività  “comunicazionali”, "editoriali" e "creative" 
  • a lungo termine e di più vasta risonanza, anche tramite l’apertura di sedi in altre città  con diversa durata, (Viterbo, Padova, Palermo, Trieste).
     
  • Ognuno dei Centro Studi Heliopolis , in attività per lungi periodi, locali, è stato del tutto indipendente.
    L’Heliopolis di Trieste, sotto la direzione del caro amico Gianpaolo Dabbeni,
  • è ancora in attività con una rilevante azione comunicazionale ed editoriale.
    Fu anche sperimentato, a Roma, nel 1996, il deposito notarile
    di uno statuto d’associazione nazionale, che però poi, non trovò pratica attuazione:
    Heliopolis, Centro culturale di coordinamento Associazioni e privati.
     

    Centro Studi Heliopolis Pesaro 1975
    (Sandro Giovannini e Fausto Gianfranceschi al C. S. H. di Pesaro, negli anni '70)



    Consuntivo di massima 
  • (solo C.S.H. Pesaro)
     
    Premi:   "Labirinto d’Argento", consegnato a Borges, in Pesaro, maggio 1977, e successivamente consegnato, a cura della amica fondazione "Comunità", con sede in Rimini presso il "Cerchio iniziative Editoriali",
  • a  rilevanti personalità italiane e straniere.

    Conferenze: G. Accame, M. Bernardi Guardi, J. L. Borges, L. Braccesi, F. Cardini, C. F. Carli, A. Cattabiani, V. Centorame, L. Clerici, G. de Turris, L. Desiato, U. Fasolo, F. Gianfranceschi, F. Grisi, V. M. Manfredi, A. Marinoni, A. Morganti, P. Mosca, L. Pace, R. Perrotta, M. Polia, Q. Principe, M. Rossi, P. A. Rossi, M. Veneziani, V. Vettori.
  • Interviste personali  aBorges, Cioran, Cau, Bardèche, Dumezil, Eliade, Belov, Filippani Ronconi, Tucci, Severino.

    Convegni: "Ezra Pound-Oggi", Milano,  dicembre 1981; "Poesia-Tradizione e Ricerca",  Roma,   maggio 1982; "Homage  to  Ezra  Pound", Roma,   dicembre 1982; "Creatività  per  una  nuova cultura",  Roma,  maggio 1984; "Gli  scrittori  e  la  libertà  oggi", Pesaro,   ottobre 1986.  Dal 1986 al 2003 altri convegni e conferenze in collaborazione con altri circoli culturali della città: Il "Circolo Culturale Benedetto Croce" e l’associazione culturale "Sagittario delle Idee".


  • Forse l'evento più notorio del Centro Studi Heliopolis originario, di Pesaro, fu quasi all'inizio della sua lunga vita.  Nel  maggio 1977,  per una settimana J. L. Borges  fu da noi ospitato a Pesaro, nella villa del Conte Alberto Castelbarco Albani, per essere premiato poi all'Heliopolis stessa con un bellissimo gioiello da noi fatto appositamente creare: il  Labirinto d'argento (scultura labirintica in argento massiccio inclusa in varie scatoline di maiolica "rosapesaro"), che conserva ovviamente a Baires sua moglie, e che volemmo, nella manifestazione pubblica finale, emblema di un premio internazionale che poi fu assegnato,  negli anni successivi,  non più da noi, ma dall'amica associazione "Comunità", espressione  de  "Il cerchio di Rimini",
  • ad altri grandi intellettuali e studiosi.

Creammo in quella settimana in cui Borges fu nostro ospite un evento che coinvolse, volente o nolente, tutta la città di Pesaro. Dico anche nolente, perché eravamo infatti allora molto osteggiati ed addirittura in qualche caso addirittura odiati, pur non avendo compiuto nessun atto che potesse minimamente apparire provocatorio... (oltre ad esistere)...  subimmo infatti anche due tentativi incendiari  ed un grave scasso con furto di varie preziose sculture, (che ci costò moltissimo, anche personalmente...  proprio in quel periodo in esposizione permanente, esattamente dopo l'occasione borgesiana). Fatto notevole, dicevamo, come poche altre volte siamo poi riusciti a replicare, forse una o due... Ma la grandezza dell'evento in realtà (almeno spiritualmente per noi ) consistette nel fatto che non volemmo "sequestrare" Borges, come allora faceva ripetutamente F. M. Ricci (al quale lo strappammo quasi di forza, ma ben consenziente) e tutti quelli che, in vario modo approfittando anche della sua generosissima disponibilità, lo sfruttavano per aver un qualche ritorno d'immagine o commerciale od editoriale, ma lo mettemmo a disposizione di tuttta quella parte della cultura tradizionale, ben esclusa e del tutto marginale, che allora, forse alquanto ingenuamente,  credevamo  fosse componente inscindibile della nostra koinè... (...alcuni, per essere ben chiari,  certamente grandi amici e sodali, altri forse non certo meritevoli di tante attenzioni...)  Infatti chiamammo a raccolta da tutta Italia molti amici scrittori, artisti, professori universitari e concedenmmo  loro di incontrare personalmente Borges, oltre alla normale kermesse unitaria,  per circa un'ora per ciascuno, colloquio garantito in tranquilla solitudine, personalmente sorvegliata, in qualità di servizio d'ordine.  Questo per evitare forzature estranee all'incontro specifico, con richieste incongrue e scocciature inconsistenti, (pratica mondana e salottiera comune ed insopportabile negli incontri con grandi personaggi amati od ambiti...) ed anche per non stancare eccessivamente Borges,  che si era però fortunatamente prestato a quell'impegnativo giro di voci e storie personali...   Dobbiamo dire che incominciò a nascere allora, in noi, dal 1977, proprio da quell'azione, forse per noi dovuta e naturale, il proposito di comportarci, per quanto possibile, coralmente, cosa che poi abbiamo perseguito quasi sempre anche contro il consiglio, a volte sbagliato a volte ben saggio,  di cari amici... Soprattutto questi incontri a due, furono forieri, nel tempo successivo, di un'intelligente sequela di pensieri, alcuni anche sapientemente pubblicati...

  • ***
  • In quel tempo non scrivemmo nulla sull'evento. Eravamo troppo vicini all'emozione della cosa e preferimmo lasciare ad altri amici esternarla. Qui di seguito però forse è giusto riportare un passo del breve "Su El Aleph...", tratto dal  libro di saggi di Sandro Giovannini,  "...come vacuità e destino", edito da NovAntico, nel 2013:

"...Ecco, basterebbe questo passaggio per spiegare la gran parte di Borges, uomo e quindi autore: l’ironia estrema su sé e gli altri, unita alla massima concentrazione sulla verità e sulla disponibilità a farne ragione di parole, di comunicazione, sapendo di dir tutto, nel momento in cui tutto è posto in evidenza ed in discussione. Sulla capacità di saper poi leggere l’evidenza, si stende per lui (e per noi) sempre un pietoso velo di complice indulgente ferocia. La Beatriz-Beatrice-ombra, scolora nei tratti dell’Aleph, vero o presunto, ma assolutamente perseguibile e tutta la dotta teoria delle teorie sugli infiniti Aleph, contenuta nel ‘proscritto’ del racconto, storia di una ipotetica storia (letteraria?) del mondo, non può non far conto dell’insensatezza e della sensatezza del nostro umano consistere.  Sapere che la “nostra mente è porosa per l’oblio” è come sapere che siamo sottoposti alla tentazione continua di sapere e poter vedere l’oscuro da cui proveniamo e l’oscuro a cui presumibilmente siamo destinati.  Per questo, tanti anni fa, nel ’77, dopo un incontro, per molti di noi d’esemplare compiutezza sostanziale e formale, durato con Borges per più giorni, non scrissi nulla di organico.  Ero sopraffatto dall’insensatezza del mio pensarci sopra, dopo aver constatato che l’immagine letteraria che mi ero fatto di lui, avendo letto quasi tutti i suoi libri, corrispondesse all’immagine fragilissima eppure straordinariamente forte di quel giovane vecchio discutitore e fabulatore.  Per riaccompagnarlo in una Venezia scintillante di luce, al primo traballante imbarcadero, da un FMR tra l’esaurito ed il sollevato, facemmo la Romea, con una toccante pausa alla tomba di Dante.  Tra altre cose riuscimmo persino a litigare, con quella levitas che si era felicemente instaurata tra la mia fervente pochezza e la sua candida grandezza, su Pound, paragone sorprendente di medesimezza ed alterità. Dopo scrissi una poesia, chiaramente folle nel voler mimare uno stile, ma anche, forse, alquanto candidamente coraggiosa nel farlo senza infingimenti di sorta.

  • Borges  come  Borges
     
    La lenta nuvola del notturno fuoco
    Scivola bianca sul pendio del bosco.
    Gli scuri alberi ne sono il fondo cupo.
    Alle spalle    alternati
    Luci e calore sono gli echi
    Delle mie velate solitudini.
     
    Paurosa la notte così dominando è domata.
    Così la Grecia Roma Carthago 
    E la Suburra e i mille tempi
    Che affollati passano
    Gli amori, glorie e  pianti
    Deformità, ferite
    Ed il coraggio mille volte dato
    Tutto, 
    scivolando dal suo tempo instabile,
    veloce s’approssima allo zero
    restituito
    in questa  magica invenzione
    inversamente ancora a nuove fonti
    e nuove grida.




    ***
  • Invece, in occasione del convegno "Gli scrittori e la libertà, oggi", Pesaro, ottobre 1986, a Villa Molaroni, ed in relazione all'acquisizione di registrazioni, filmati ed interviste utili al convegno medesimo, Gianni Bertuccioli  e  Sandro Giovannini si recarono a Parigi per incontrare, Cioran, Dumézil,  Bardeche, Cau,  ai quali fecero lunghe interviste, riportate  alcune poi nella documentazione del convegno, unendole poi a varie esperienze importanti d'incontri personali, avvenute nell'arco degli anni,  con altri grandi come Borges, Tucci, Junger, Eliade, Zolla, Filippani Ronconi e tanti altri... Gli incontri con Cioran e con Bardeche furono per noi tra i più toccanti...  Nell'occasione degli incontri, all'inizio, fu regalato sempre un rotolo lungo heliopolis (...tra i primi appena pubblicati) e dopo qualche tempo, nel 1989, regalammo ancora a Cioran, che, nel tempo aveva apprezzato molto tutti i nostri manufatti già realizzati (...ma eravamo, nel 1986, all'inizio dell'avventura del paraeditoriale Heliopolis) "Tutti i miei penser parlano d'amore", rotolo lungo gioiello, appena realizzato,  centone di prosa e poesia ma molto curato ed affascinante, sia per contenuto e forma.  Di cui sotto la lettera di ringraziamento...  Infatti aveva  i manici dei due rotoli in smalto al terzo fuoco (metodo Laurana) ed impressioni in oro zecchino, in sostanza un vero gioiello, con all'interno carta pergamenata di Fabriano, fotocomposta a colori e  tirato in 500 esemplari numerati per versione, ma in due successive versioni.   Curato  allora per noi da Vincenzo Centorame, conteneva,  tra le molte poesie,  passi dal Collare della colomba di Ibn Hazm de Cordoba, e, fatto insolitamente mirabile, anche uno splendido commento inedito di Ortega y Gasset al testo arabo-andaluso sull'amore...  Scoprii poi, solo molti anni dopo studiando la teoria di Ortega sull'amore, in relazione alla mia stesura del libro su Borges ed in particolare del rapporto  tra Ortega e Victoria Ocampo, quanto quel testo arabo-andaluso, per lui, fosse stato importante... Cioran quindi ci ringraziò ulteriormente del regalo, ricordandosi ancora della lunga visita (senza secondi fini, quindi contro ogni convenienza) che avevamo fatto tre anni prima nella sua favolosa mansarda del quartiere latino, ove ci aveva ricevuto sorprendentemente con inaspettata simpatia ed ove parlammo infatti in assoluta libertà, contro ogni conformismo e pensiero corretto,  per varie ore, forse anche perché lontani dai soliti registratori, telecamere od appunti, con questa lettera:

  • LA LETTERA DI CIORAN:


    CIORAN 2
  •  dalla piramide di Cheope

     (1982: il progettato viaggio comunitario/artistico in Egitto, poi abortito per la morte improvvisa e ravvicinata di due nostri grandi  amici e collaboratori e la programmata conseguente sceneggiatura  per film, 
  • (salita sulla piramide, lancio con deltaplano, riprese filmate professionali con  susseguente sceneggiatura complessa)
  • si realizzò solo per la parte scritta della sceneggiatuta... 

 

  • 2)

 

  • *
  • *
  • MOVIMENTO POESIA TRADIZIONALE-VERTEX

      (1979-1991)

Vertex Campo Hobbit Castel Camponeschi

 


Vertex-Poesia
di Paolo Silvestri


Quanti di noi che hanno vissuto il Vertex e tutte le sue proposizioni laterali al fare poesia e non solo al versificare ma all’entusiasmare la parola tentando di ridimensionare la blasfemia del quotidiano rarefacendo il vissuto in una trama quasi eterea dello stare insieme, dell’ipotizzare insieme, in una concertazione ideale che dipana l’elemento primo del poeta in una serie di sfaccettature creative che vorticano ed hanno vorticato attorno all’esperienza verticista; quanti di noi si sono voltati a rimestare sul suo essere parte del progetto?  Esattamente parte di una progettualità non fine a se stessa ma che attraverso il suo tradursi in operato dà il via a nuove scale ritmiche su cui appoggiare le nostre capacità.  E da questo gruppo di autori, da questa “comunità funzionale” sono nate idee e da queste realtà artistiche le più svariate ma che hanno vissuto la poesia, il fare, come matrice prima, come seme capace di sviluppare le nostre “diversissime equazioni personali” in una crescita sostanzialmente essenziale.  E così attraverso case editrici (Edizioni casa della poesia, Heliopolis edizioni); riviste letterarie (I quaderni di Heliopolis; Letteratura; Xero; Letteratura-Tradizione), ipotesi e rivoluzioni artistiche (Vertex-teatroScriptorium HeliopolisVolumina, “scrittura esterna” “magliette letterarie”) ci siamo divaricati, trattenendo la fiamma accesa durante i campi di poesia in quel di Camaldoli o Montecchio che sia.  Ed è la stessa fiamma che ci accompagna ognuno per la propria strada continuando a praticare il nostro proprio moto originario, la scintilla che ha fatto di noi braci per uno stesso fuoco, che sia stata politica o letteraria o spirituale o che tutto questo racchiuda.  E’ bello, pensare che da questo falò che abbiamo insieme alimentato ognuno di noi abbia preso la propria fiamma ed abbia iniziato ad illuminare la sua progettualità, sapendo che in quella fiamma vi è un po di tutti noi, di “quell’autentica avventura spirituale ed intellettuale che è stato il Vertex-poesia...”
 

 Vertex campo poesia 1980

(alcuni poeti del Vertex-Poesia)


Convegni:
"Ezra Pound-Oggi", Milano,  dicembre 1981"Poesia-Tradizione e Ricerca",  Roma,   maggio 1982; "Homage  to  Ezra  Pound", Roma,   dicembre 1982; "Creatività  per  una  nuova cultura",  Roma,  maggio 1984; "Gli  scrittori  e  la  libertà  oggi", Pesaro,   ottobre 1986.  Dal 1986 al 2003 altri convegni e conferenze in collaborazione con altri circoli culturali della città: Il Circolo Culturale Benedetto Croce e l’associazione culturale Sagittario delle Idee.
 
Spettacoli vari:  
N°18  “Readings”  di poesia in varie città italiane dal 1979 al 1991, in vari teatri, circoli, aule universitarie, 
licei,  luoghi storici  ed  attrezzati, etc..  
N° 1    “Festa-azione”  (ballo/opera indonesiana), Castello di  Montegridolfo,  aprile 1981.
N° 2    “Certame Coronario”  in Roma,  (corcorso poetico-comunitario), marzo 1986 e  marzo 1987.
N° 1    “Dimensione-poesia”  all'interno della Fiera internazionale della Magia, Marina di Carrara,  agosto  1986.
N° 1    “Azione simbolica”:   "Un piccolo albero sacro",  P.le della Civiltà Romana,  Roma-Eur,   21  marzo 1995.
N°16  “Campi di Poesia”: a livello di laboratorio critico ed organizzativo, dal   1979  al   1991,
in varie località, con preferenza a Camaldoli, (AR). 
 

Attività editoriale:
n°  1    numero unico  rivista "Heliopolis", Marzo 1975.
n°  10  numeri  "I Quaderni di Heliopolis"    dal Gennaio  1980  al Settembre 1982.
n°  4    supplementi speciali a  "I Quaderni di Heliopolis",  1980, 1981, 1982, 1983.
n°  1    antologia del Vertex-poesia : "NE' CANI SCIOLTI NE' PECORE MATTE",   IL Falco  Editore,  MI, 1982.
n°  2    numeri del consuntivo annuale di area : "LETTERATURA", n° 0 =1984,  n° 1 =1985,  Heliopolis Edizioni.
n° 2  case Editrici "EDIZIONI CASA DELLA POESIA", in Milano, 1983-1990, ed
"HELIOPOLIS EDIZIONI", in Pesaro dal 1985, (tuttora in attività), con varie presentazioni di libri,
partecipazioni, anche premiate, a manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali,
Varie performances, e mostre d’arte grafica con i  propri prototipi pergamenacei, su tutto il territorio nazionale, 
n° 43  di “LETTERATURA-TRADIZIONE”, (1997-2009, 43 numeri, tre serie successive),  
rivista letteraria  a varia periodicità a seconda della serie,
di cui il 1° numero diretto da Sandro Giovannini, ed i seguenti, a due a due,
diretti da  Direttori Letterari alternantisi ed ampiamente rappresentativi,  giunta, nel 2009, al n° 43.

 

Ne cani sciolti

(Qui sopra Il primo testo comunitario del Vertex-Poesia pubblicato nel 1982 da Il Falco, di Milano.  Introduzione di Sandro Giovannini.  
Oltre ai testi di 9 autori antologizzati; Nota corale degli autori; 1° Poemetto corale "Trarsi d'impaccio"; 2° Poemetto corale: "Inquietum cor nostrum"
Appendice:  Manifesto Romano; Varie relazioni esplicative del Manifesto Romano;
Profili critici di Vittorio VettoriNota in margine a Vertex di Quirino Principe).

 2 Manifesto Vertex Poesia

(Il secondo  e definitivo manifesto del Vertex-Poesia, 1986)


 

  • Atelesta 1
  • (Uno dei vari libri personali del Vertex-Poesia)

 

  • Letteratura 2 1985 

  • (Il secondo CONSUNTIVO LETTERARIO annuale di AREA del Vertex-Poesia,  1985)

Il mondo della maschera

  • (Uno dei libri pubblicati di autore vicino al  Vertex-Poesia
    in collaborazione tra Edizioni Casa della Poesia  ed  Heliopolis, 1988)

 


  • Una delle tante poesie-immagine,
  • icona  Vertex:  

nuova versione Valenza e canto



Galassia a spirale logo

  • 3)

 

  • *
  • *
  •  *  
  • NUOVA OGGETTIVITA'
  • POPOLO   PARTECIPAZIONE   DESTINO
  • (movimento di pensiero, filosofico e metapolitico, attivo dal 2010 al 2015)
  •  
    “...abbiamo cercato, prima durante (ed anche ora, in parallelo) con altre azioni di altri amici (ad esempio Marcello Veneziani prima con la sua Itaca e poi con Arcipelago), con un  lavoro intellettuale comunque fortemente partecipato se non del tutto corale (vari libri comunitari editi, frequenti incontri e presentazioni) e con una totale estraneità ai potentati politici, di riunire in fascio di forze le componenti pensanti (studiosi ed artisti vari, docenti universitari, giovani ricercatori, quindi con un mix qualitativo notevole), provenienti sia da destra sia da altre esperienze, ma con un chiaro mandato (infatti popolo, partecipazione, destino...era il sottotitolo del nostro libro/manifesto “per una Nuova Oggettività). Componenti non refrattarie per principio allo stare insieme, anche nella diversità e procedere possibilmente verso nuove sintesi.  Dopo vari anni (2010-2015) constatiamo il naufragio definitivo (e ricorrente) di tale nostra seria e non pentita avventura, che certamente dipende dalla nostra personale insufficienza e non dall'errore sul merito e quindi procediamo solo con l’azione proiettiva di pochi (una 10 circa su un 300-400 corrispondenti di partenza), collaudati per costanza, affidabilità e coesione ideale. La forma utilizzata cambierà ma non il metodo, ormai collaudato, che vuole unire - in estrema sintesi - una vocazione mitopoietica ad una postura critica.  Restiamo a disposizione di ogni parallela avventura, se realizzativa nel senso sopra descritto e se credibile (difficilissima cosa) e comunque opereremo azioni specifiche, sia artistiche, sia editoriali, sia metapolitiche, certamente sempre nella speranza di essere utili alla causa..."




    Sgroi Mancinelli Pesante Roma 2012
    (Roma, orario: Luigi Sgroi, Francesco Mancinelli, Luisa Pesante)



  • Statale Milano 2014 4
(All'Università Statale di Milano. Orario:  Davide Bigalli, Giovanni Sessa, Carlo Sini, Romano Gasparotti...)

Lami
(Gian Franco Lami, + 2011)
 
 

 

Resoconto terza  riunione di
Segreteria
"Nuova Oggettività”,
Roma, 28 ottobre 2012, ore 9,30-13,30
 
Un veloce riepilogo dell’ordine del giorno in quattro punti:
2)  Il libro di prossima pubblicazione di Sessa su Emo è di primaria importanza per un rinnovamento profondo del nostro scenario ed immaginario filosofico/spirituale e metapolitico. Appena uscito faremo di tutto per pubblicizzarlo al meglio delle nostre possibilità.  E’ un compito che poniamo all’attenzione di tutti i nostri amici e corrispondenti. Giovanni Sessa ci ha dato anche ottime notizie riguardo alle condizioni di attesa sulla sua attuale ricerca. 
3) Le “azioni simboliche” non sono cancellate totalmente dal nostro programma ma rimandate ad un periodo più favorevole. Probabilmente si potrà farle eventualmente interagire con una possibile messa in scena (video-reading, etc.) del nuovo testo di cui al punto 1.   Staremmo quindi alla sostanza...
4) La comunicazione interna e quella esterna degli ultimi mesi dellaNuova Oggettività ha risentito di alcuni oscillamenti dovuti alla situazione sempre più drammatica in cui ci troviamo ad interagire.  Non siamo soliti coprire con false riassicurazioni i nostri amici, uomini di valore che stimiamo per qualità intrinseche, personalità complesse e sensibilità a volte ben differenti.  Quindi affrontiamo sempre la dialettica, sia pur tentando di trovare costantemente motivi di unione più che divisione, in un modo onesto e senza infingimenti.  Le critiche, quando sono senza retropensieri e non eterodirette, sono il pane della partecipazione, a cui sempre ci richiamiamo, ma di cui si tratta di saper costruire merito e metodo.  Questo vale non solo all’interno della compagine ma anche per il comportamento tenuto verso l’esterno, ad esempio verso il generoso tentativo messo in opera da Veneziani e Besana.  Complessivamente tutto ciò che si è detto al riguardo, da parte nostra, infatti, non è assimilabile ad altri atteggiamenti che, in positivo od in negativo, sono stati spesso pregiudiziali e superficiali, a volte perfino colpevolmente liquidatori (ripetiamo, sia in positivo che in negativo) ma  uno scambio serrato e comunque consapevole del lavoro svolto secondo uno stile ormai sostanzialmente rodato dai tempi di letteratura-tradizione fino a quelli di oggi.  E’ la postura di chi, pur certo di alcuni principi e metodi determinati dalla vocazione e corroborati dalla pratica, ascolta, riflette, dibatte, opera.  I primadonnismi, le primazie, le dietrologie, senza per questo fare i finti ingenui, non ci corrispondono, li lasciamo agli altri.  Lavorare sulla distanza, sapendo che nessuno è indispensabile, anche se tutti possono essere fondamentali. Non presumere mai troppo di sé, pur cercando di mettere il meglio di noi a disposizione di un progetto onesto. Mai augurare l’insuccesso agli (ex)-amici, mai guardare con sospetto prima di affidarsi con generosità. Non derubricate questo mio giudizio come una tiratina pseudo-spiritualista: qui si gioca tutto il residuo (vitale, positivo) di un insegnamento profondo e di uno stile di vita.
1) Siamo giunti a trattare il tema della idea-libro per ultimo punto:
A) dopo un serrato dialogo siamo giunti a togliere la parola onesto dal titolo del libro, considerandola sostanzialmente pleonastica e/o fuorviante. Il titolo deciso è : “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna?”  Abbiamo anche, su bella evocazione di Mancinelli, e con un riferimento ad autori nostri, proposto il richiamante sottotitolo: “L’impero interiore”.  Il sottotitolo era da me precedentemente considerato come un potenziale errore ed una fuorviante didascalizzazione, ma lo spiazzante sottotitolo proposto è ottimo, perché delinea uno scenario altro e profondo nel mentre che non svela ma rivela...
B) Siamo poi passati a leggere le possibili varianti del metodo, avendo anche preso atto del bel riferimento web di Stefano Vaj...  avevamo in mente un numero di circa 25 interventi di cui una metà buona da riservarci per amici che volessero partecipare e un’altra metà rivolta ai più vari ambienti e personalità “esterne”.  Senza presunzione consideriamolo un privilegio offerto e non una orante richiesta.  Il tutto possibilmente con qualità ed equilibrio.  Attendiamo ovviamente da ognuno suggerimenti al riguardo oltreché una disponibilità di massima non solo a scrivere ma anche ad aiutarci nel realizzare il libro e la sua scia successiva. Crediamo che, se ben realizzato ed a ¾ dell’opera, si può tentare di proporlo a qualche casa editrice primaria, che potrebbe anche risolverci tutti i problemi afferenti (distribuzioni, mediatizzazioni, presentazioni...).  E questo anche sulla base degli ottimi consigli pervenuti da Roberto Guerra e da Giuseppe Puppo.  In ultima ipotesi potrebbe farlo  l’Heliopolis.   La curatela è, ovviamente, della “Nuova Oggettività” ed attendiamo disponibilità anche per il lavoro di composizione e soprattutto d’impaginazione, in modo da poter offrire, comunque, un prodotto semifinito, cosa che aiuterebbe certamente le soluzioni utili.  Insomma, come ha detto con sagace determinazione Luisa, dobbiamo portare a compimento una partecipazione non solo di facciata (come in parte in passato) ma anche di sostanza. Giovanni Sessa, che ha già pensato ad un possibile suo intervento, ha poi consigliato di decidere definitivamente il numero dopo aver incamerato una buona percentuale di scritti.  Alessandro Guzzi ha anche sottolineato l’importanza di un’azione di consolidamento profondo contro la mercificazione imperante.  Francesco Sacconi, dopo averci indicato esempi di censure su opere e movimenti significanti, ci invita ad operare con una certa riservatezza sul metodo fino alla raccolta stimata, al di là dello stesso battage sul merito, opinione condivisa anche da Luigi Sgroi. Abbiamo anche dato una possibile indicazione di grafica mettendo in luce una necessità di estremo rigore formale (per un siffatto testo) non del tutto compatibile con lo stile (grafico) usuale dello scrivente che normalmente è inclusivo, afferente, complesso, citazionista ed iperletterario.
c) Sulla questione della non risposta abbiamo già detto nella nostra precedente mail, nel paragrafo,  “Motivazioni e considerazioni”, che qui per intero e  per comodità, riportiamo in allegato. Abbiamo solo convenuto che non potremmo, per stile e per  rispetto, cassare alcun intervento che sappia, tramite apologo o metafora, collegarsi indirettamente al tema proposto ed a cui “non si può rispondere” direttamente.  Questo, ovviamente, non è un invito coperto a rispondere indirettamente, anche perché siamo convinti, che con una percentuale od un’altra, alcune considerazioni afferenti saranno presenti comunque all’interno degli svolgimenti effettivi.  Abbiamo aggiunto che sarebbe bello poter influire su tutti i rispondenti responsabilizzandoli ancor più, ovvero chiedendogli di rispondere a quella che per loro sarebbe, come sostiene il Leopardi  ed anche Eliot, una domanda decisiva e drammatica.  Abbiamo anche convenuto che potremo sopportare la sufficienza deisostanzialisti di facciata che ci rimprovereranno sicuramente di non aver avuto il coraggio di sollecitare e mettere le risposte.   Resterà che nessuno ha mai avuto il coraggio di mettere la domanda...  Pur essendo, tale problematica, senza minimamente voler fare i portarogna, un assillante problema geostrategico dell’immediato presente ed un macigno sulle sonnecchianti coscienze degli intellettuali... Un comitato per la selezione delle richieste di partecipazione?   Si conviene in senso contrario.  Si presume che il libro si presenterà alla fine senza introduzioni, postazioni e/o vari accompagnamenti didascalizzanti, forse solo una difficilissima nota in quarta di copertina, questo per non deprivare il tutto della giusta sua icasticità. Alla fine ci sarà probabilmente un testo graficamente pulito, con un 25/30 interventi scritti dei più svariati argomenti ed una appendice finale con note biobibliografiche degli autori ed un riferimento, questo sì indispensabile, al libro precedente della  “Nuova oggettività” ed al percorso, fin qui svolto, dalla comunità.     Attendiamo scambio reciproco e sostenuto...    un singolo vale       SG

 
Siniscalco Sessa Scaps 1
(Roma, orario:  Siniscalco, Sessa, Scarpa)
 
 
 
 
“Nuova Oggettività”,
lo stato attuale dei lavori
09.05.2013

 
  • Il movimento di pensiero della “Nuova Oggettività, popolo, partecipazione destino” si è formato nel 2010 sulla spinta di un’esigenza diffusamente sentita, sia in ambienti accademici che più ampiamente creativi, di reazione al degrado complessivo della nostra qualità di vita relazionale.  E’ facile presumere che infinite e ripullulanti reazioni di tal genere e che possano seguire un percorso analogo, non perverranno disperatamente mai a creare qualcosa di reale e di duraturo, se non riusciranno ad  insediarsi su una stabilità di stile comportamentale e su una efficace capacità di incidere, nello specifico. Ovvero non si può chiedere ad un movimento di pensiero di progettare e poi compiere un periplo simile a quello di un movimento di opinioneo di un movimento politico. La confusione dei piani è direttamente proporzionata alla confusione generalizzata che presiede corrivamente al degrado.  Ma è ovvio che nello specifico, appunto, si giocano i destini di ogni intrapresa.  Per questo abbiamo progettato un accordo fra anime distinte e ben consapevolmente coordinate in funzione di un possibile massimo comun denominatore, che una idea tradizionale e progressiva assieme, potesse rendere raggiungibile, al di là delle ormai logore mappature sinistra-centro-destra.  A tal fine, se pure il movimento stesso non può rinunciare, a pena d’intrinseca negazione, al pensiero inattenuato, è certo che si procede sulle linee che meglio definiscono l’orizzonte cupo di rovine e macerie e le aurorali luci reali e potenziali.
     
    Nella logica organica di una visione del mondo spiritualmente orientata, per noi conta la scelta olista, comunitarista, partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista.  Non crediamo che tali scelte possano oggi reputarsi “minimali”, ma anzi “massimali”, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature e far venire in primo piano desiderio di unità e di riscatto…
     
    Nel mondo della follia globalista, nuovamente scatenata, tesa a minacciare con se stessa tutti i filistei, dobbiamo mantenere l’equilibrio del nostro mondo, generato da secoli di civiltà orgogliosa e tenace, ed ora in mano ad una oligarchia plutocratica di usurai del pensiero e della comunità senescente, noi consci che le divisioni ed i distinguo inutili sono lo strumento essenziale per i nostri avversari.
     
    Non siamo responsabilmente interessati alle etichette letteraliste, essendo consapevoli di quale livello d’impotenza e di neutralizzazione esse abbiano prodotto nella coscienza comunitaria.  Per ora quindi disgraziatamente le subiamo, ma appena potremo le rivolgeremo contro chi le impone con il visusdegli ipocriti e con la sicumera degli inutili.
     
    Procederemo valorizzando riconoscibilmente lo stile antinarcisista, sobrio e rispettoso di ogni nostra dimensione, sensibilità e potenzialità, ma anche sicuro nel dovere, potere e voler riconoscere, nel nostro movimento di pensiero, una élite compatta, forte ed agente.
     
    Questo per il merito. 
     
    Per il metodo abbiamo privilegiato prima l’incontro progressivo con una base intellettuale e creativa di qualche centinaia di autori, tramite moltissime occasioni d’incontro comunitario che si sono sviluppate in  tante presentazioni, conferenze e seminari allargati.  Abbiamo poi dal maggio 2011 attivato il blogcollaborativo Nuova Oggettività, spazio on line per il progetto complessivo.  A cura della “Segreteria”, tutti con gli stessi diritti d’intervento, un sottospazio ad personam - vedi categorie personalizzate.  Il web oggi è fondamentale per la comunicazione, la divulgazione e la visibilità culturale ed è anche, il blog, una sorta di stanza virtuale non stop per interfacciarci e non ultimo un memo, un archivio costante per seguire con facilità il divenire del progetto.  Poi abbiamo iniziato le pubblicazioni cartacee in testi di cui il primo, il nostro Libro-manifesto è uscito in due tirature, per la Heliopolis Edizioni, nel 2011, ed ha coinvolto 150 sottoscrittori, oltre 90 scriventi e due allegati multimediali, un infolio ludico-filosofico ed un CD di musica classico-contemporanea del maestro Mario Mariani.  Ora sta uscendo un nuovo testo: una sorta di libro-idea, provocatoriamente intitolato:  “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna?” Con sottotitolo: “l’impero interiore”.  I 32 scriventi sono stati decisamente invitati a non rispondere alla domanda del titolo ma ad una qualsivoglia domanda che loro stessi reputassero, in pienissima libertà di tema e stile, drammatica e/o dirimente.  In tal modo si evidenzia il tabù, infruttifero di dialettica, e si compie una libera ed orgogliosa ricognizione priva di steccati e realmente rivelatoria. Si manifesta quindi un antagonismo reale rispetto ad una asfissiante subalternità culturale e nello stesso tempo si esplora il mondo interiore di questi intellettuali coraggiosi, che hanno provenienze e sensibilità ben diverse.   In corso di pubblicazione, oltre al libro-idea, abbiamo altre iniziative editoriali che indicano che il nostro movimento di pensiero è intelligentemente attivo, come un instant book curato dal nostro blogger Roberto Guerra, che scandaglia non solo il nostro perimetro ma anche quelli potenzialmente limitrofi ed afferenti.  Dobbiamo dar conto anche di un meraviglioso lavoro di ricerca che il nostro portavoce, il Prof. Giovanni Sessa, ha ultimato su Emo e che verrà pubblicato, in autunno, da Bietti,  (Giovanni Sessa: La Meraviglia del Nulla. La filosofia di Andrea Emo, 2013, Bietti).  Tale primo lavoro organico su Emo apre nuove prospettive di ricerca non solo sul filosofo veneziano ma anche su tutto quell’universo intellettuale del ‘900 che ancora implica ed impone il varco nichilista, all’attuale ricerca di significato eragione e sarà per noi un banco di prova necessario e salutare.  Questo testo principale sarà anche seguito da un breve lavoro (quanto alla forma, una tavoletta Heliopolis, in tiratura pregiata e limitata) dello scrivente su alcuni punti giudicati importanti del testo primario di Sessa. Una Tavoletta pregiata Heliopolis...  In più, abbiamo già la prospettiva di un nuovo importante  lavoro editoriale, di un ulteriore libro-idea, per il 2014-2015, al quale cominceremo a lavorare appena avremo finito di presentare i lavori di quest’anno.
     
    La Nuova Oggettività quindi è nata con la vocazione profonda di un superamento delle classiche barriere ideologiche del ‘900. Pertanto non un raffazzonarsi anarcoide od una moda più o meno populista implicante, nel profondo, nuove e vecchie subalternità, quanto una difficile ricognizione di ciò che si può fare realmente in questo campo e di ciò che è ancora impossibilitato soprattutto perché il pensiero unico che determina il mondialismo ha ben da servirsi di scioccaggini, primitivismi e false rappresentazioni, al proprio scopo di dominio universale.  Noi però siamo in grado, proprio perché vi sono origini differenti, di mettere in opera un reale superamento perché lo operiamo in corpore vili, ovvero principalmente e primieramente su di noi, senza sottovalutare minimamente il potere inesausto della pesanteur, e dell’ormai folle condizionamento del sistema neocapitalista, nella sua superfetazione finanziarista, sicuramente avvitato nel proprio voraginoso fallimento.
  • Da ciò che ho detto sopra si evince l’autentico antagonismo. Non ci interessa battibeccare come i polli di Renzo, ma vivere in un mondo che vogliamo rendere sempre meno dipendente, sia spiritualmente che materialmente, dalla follia del sistema per uccidere i popoli.  Le divise, le casacche formali, i letteralismi, tendono intimamente ed inevitabilmente al pleonasmo ed ormai molti ne possono fortunatamente essere accorti esegeti.  Poche volte nella storia la divisa, se non essenzializzata e privata di orpelli,  ha saputo rimanere un segno di sobrietà efficace. Poi, il legno storto della condizione umana resta tale sempre e necessita di quella presa d’atto di un ritrovabile coraggio, che non si oppone per principio alla divisa, sistema di contenimento e controllo, ma sa trasfigurarla, rapportato alla follia ormai innegabile del sistema. Tutti coloro che provano a fuoriuscire dal sistema sono benemeriti, qualsiasi sia la loro divisa, la loro matrice e qualsiasi siano persino le loro idiosincrasie e le loro difficoltà di relazione. Fuori dal sistema per uccidere i popoli, e fuori dal sistema dell’autoreferenza, che porta in un vicolo cieco, si aprono nuove strade e saremo giudicati solo dalla serietà che avremo messo lungo il clinamen, per rendere il nostro popolo ritrovato capace di una partecipazione autentica ad un preciso destino non eterodiretto.   Tutto il resto crediamo sia retorica.      S. G.        09.05.2013

 

StefanoVaj Luca Gallesi SandroGiovannini Biblos Novegro MI 2013

  • (Milano, orario:  Vaj, Gallesi, Giovannini)


Resoconto presentazioni libri 
Nuova Oggettività 
Galleria l’Universale Roma,
Venerdì 27 settembre 2013 ore 21.
 
Con la calda e pienamente collaborante ospitalità di Maurizio Messina alla Galleria L’Universale di Roma abbiamo presentato in modo del tutto informale in un clima di totale libertà espressiva che si è nutrita anche di critiche intelligenti e rigorose il secondo libro/idea collettaneo: “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna? - L’impero interiore”, l’instant book “Al di là della destra e della sinistra…”, ben editi ambedue dalla Carmelina Editrice di Ferrara di Federico Felloni e nuovamente il nostro primo comunitariolibro/manifesto Heliopolis 2011. Sono stati affrontati i molti motivi che erano stati alla base di qualche autoesclusione e comunque di rilevanti e del tutto legittime critiche al progetto, soprattutto del secondo libro/idea, (essendo costitutivmente l’instant book un’intelligente e tempestiva ricognizione delle contestualità ideali e filosofiche attualmente agenti nel campo più allargato ed anche nello stesso orizzonte che coordina somma e divide - per idealità progetti e personalità agenti - assieme i molti amici e corrispondenti della Nuova Oggettività).  Rispetto a “Per qual motivo…?” che fin dall’inizio si era posto proprio come una scelta provocatoria, era giusto preventivare legittime e consistenti obiezioni ma anche una certa scontata opposizione di tipo “letteralista”, posto che la logica dellibro/idea, da noi ormai programmaticamente messa in opera non solo a livello di tematica collettiva/comunitaria ma come una sorta di koanesperibile e falsificabile, ancor prima di essere valutata contenutisticamente dovrebbe poter essere anche (forse prima) valutata dal punto di vista della complessione rivolta sia all’interno che all’esterno. Alcuni sagaci osservatori riportano che il libro preso in mano e leggiucchiato viene accantonato rapidamente dal colto e dall’inclita che forse molto colto e inclita non è, ma che probabilmente è  solo latta riverniciata di frasi fatte e di pensieri scontati. Ma questo sembrerebbe essere una risposta acida ad un rifiuto legittimo, mentre è proprio il cammino di azione/reazione che si deve perseguire quando si attua un preventivato percorso inattuale, seppur privo di strombazzamenti e di scontatissimi paludamenti. Alcuni degli amici grandi e stimabili - quelli che hanno superato l’incomprensione basale - sono però giunti a revisionare la loro prima impressione proprio perché, ormai stanchi delle logiche motiliste o di prima reazione e giustamente nauseati degli atteggiamenti paludati e saccenti, quando non tromboneschi, scorgono la potenzialità, magari ingenua o parziale e la purezza dell’intento prossima ad una buona intuizione e realizzazione.  Ripeto però che personalmente sono contento - mi si possa credere o no - del livello di critica serrata, come pure del sostegno convinto alla logica del libro/idea, perché ambedue si muovono sul piano della verità e sono espressi da persone che altamente stimiamo e con cui siamo orgogliosi di intrattenere amicizia e collaborazione, sia pur di volta in volta e con differenti gradi di partecipazione… Quando si vede una cosa nuova e viva muoversi, che accetta il dialogo e la differenza intrinsecamente e non artificiosamente e pure vuol dirigersi nella terra di nessuno (evidentemente bombardata da tutti) che sta tra il minimo comune multiplo ed il massimo comun denominatore (perché altri percorsi sono oggi improbabili quando non risibili o patetici), tutta la nostra capacità di essere autenticamente liberi e produttivi deve esser messa in gioco. Il nostro portavoce Giovanni Sessa, con la sua estrema capacità di riassumere verso l’Alto e l’Altro, ciò che è di base e di formazione ma spesso divide ed incapacita, ha saputo ripercorrere dialetticamente ma con una forte resa emotiva, nella direzione dell’identità plurale ma con la luce in fondo al tunnel del sempre possibile, i passi sapienti della sua Postfazione al libro/manifesto ed ha così integrato i preventivati interventi, ognuno a suo modo vero ed illuminante di Matteo Marconi, di Vitaldo Conte, di Roby Guerra e di Antonio Saccoccio, che si sono aggiunti a tante conversazioni ulteriormente incrociate e coinvolgentemente ricche dei presenti, tutti amici di valore. Ora credo che sia utile riflettere sul fatto che, direttamente proporzionale alla mancanza di una rigidità da carapace, si sia manifestata un’atmosfera di potenzialità non idilliaca (falsa) ma produttiva del terzo, e che questo però non ci salvi in una irresponsabilità compiaciuta ma ci metta tutti nella giusta tensione da allarme. Infatti nella seguente riunione di Segreteria della Nuova Oggettività, nel giorno di sabato 28 settembre e quindi in una logica  ben diversa per finalità e responsabilità, si è preso atto di una difficoltà estrema che dovrà essere risolta forse con diverse soluzioni di cui abbiamo già peraltro ampiamente dibattuto (più del solito) e di cui  faremo seguito ancora nei  prossimi giorni di scambi interpersonali.     Un grazie a tutti ed una richiesta ulteriore di amicizia collaborante con un singolovale                       Sandro Giovannini          29.09.2013
 
 
Giovanni Sessa 4
(Giovanni Sessa)
 
 (Ultima riunione ufficiale della Nuova Oggettività:)
 
Resoconto
della riunione di
Venerdì 21 agosto 2015,
a Roma.

 
 
Ospitati amicalmente da Vitaldo Conte, che qui caldamente si ringrazia, abbiamo compiuto una verifica dell’attuale nostra situazione.
 
Siamo partiti dalla rigorosa constatazione di una dimensione residuale del nostro agire, nella logica di “N. O.”.
 
Anche se consideriamo come ben valido il metodo, da noi sempre praticato, della massima apertura nella chiarezza dei presupposti e delle azioni svolte.  Presupposti che unissero tensione mitopoietica a metodo critico,  ed azioni svolte nei tanti incontri e libri comunitari editi.  Non è (era) facile unire le due cose, oltre le dichiarazioni di facciata.
 
Purtroppo non sufficienti, tali presupposti e tali azioni, a costituire un duraturo rapporto per molti, al di là di una salda stima interpersonale tra pochi. Prevalgono ormai, a nostra chiara sconfitta, catafratti pensieri escludenti e  semplificazioni di sempre, i due in rapida terminale accelerazione, nel mentre la confusione mentale, altrimenti ben architettata, conquista sempre maggiori posizioni, sia nel mondo esteriore che in quello interiore.  Essendo alquanto esperti di vicissitudini comunitarie, non siamo mai stati ingenui propugnatori di abbracci insensati, ma lucidi scommettitori su potenziali pratiche virtuose all’interno di una koinè che potesse, credibilmente, ispirare azioni concludenti. Ora sarebbe un errore ingiustificabile, coprire ulteriormente tali nostre impossibilità, non irrealizzabili forse in termini assoluti ovvero come ipotetico fascio di forze, ma a cui, in termini relativi, dovrebbero prestarsi ben altre strutture organizzate e componenti umane (sempre auspicabili)...
 
Per quanto riguarda quindi gli amici che sono rimasti più vicini agli ultimi nostri accadimenti, è venuto il momento di rinunciare chiaramente ad una azione formalizzata su una logica tendenzialmente e programmaticamente inclusiva e ritrarci quindi, seppur sempre desiderosi di più ampi incontri e riscontri (in quanto vocazionalmente ad essi portati), sulle poche cose che effettivamente sono in nostra potenzialità personale.
 
Detto questo, ci siamo addentrati su alcune azioni future da compiere, in una logica non più necessariamente legata alla Nuova Oggettività :
 
- Riprendere l’indispensabile azione critica della Scuola Romana di Filosofia politica,  nel sito della Heliopolis Edizioni, con un rilancio della partecipazione degli amici invitati.
 
- Un’azione comunicazionale, non solo limitata nel tempo ed anche dotata di direzione creativa (che  andremo a sviluppare agendo alcune nostre potenzialità, sia letterarie che editoriali)  per il caso del sopraintendente siriano barbaramente trucidato a Palmira dai fondamentalisti. Ovviamente, nello spirito di una rivelatoria corrispondenza ipaziana,  in questa ritornante epoca d’ansietà (filologicamente, nel ed oltre, l’angoscia).
 
- Qualche azione per far conoscere meglio il nostro “non aver paura di dire...”, ottimo lavoro di tipologia registrativa, con oltre una 50 di collaborazioni, nelle due versioni, tavoletta heliopolis, (quasi esaurita) e recente ampliata versione e-book, (La Carmelina, Ferrara, a cura di Roberto Guerra).  Per fare in modo che la nostra solita capacità di ben lavorare e  male comunicare (il pur forte, indiscutibile, lavoro svolto), non diventi un compiaciuto vizio autoreferenziale...
 
- In prospettiva, un nuovo libro comunitario, affidato a pochi degni, decisamente di tipologia propositiva, che sia una sorta di veloce rammemorazione di tutto il lavoro compiuto, in tanti anni, su vari piani, sacrale, metapolitico, artistico, geostrategico.  Specialmente la dimensione artistico-creativa, come elemento fattuale ma anche critico, oltre le mode e nella battaglia che si compie dentro e contro il numero...  Comunque un libro leggibile che sia semplice per esito, possibilmente come conquista e non come sofferenza.      Un singolo    vale        S.G.            23.08.2015