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  • STUDI  EVOLIANI  2019 
  • Recensione 
  • di
  • Giovanni Sessa 
  • E’ uscito da poco, con la consueta puntualità, l’annuario della Fondazione Evola, Studi Evoliani 2019, edito da Fondazione Evola-Ritter edizioni, distribuito, per la prima volta, nel circuito librario nazionale (p. 300, euro 25,00). Ciò attesta l’accresciuto interesse maturato attorno alle attività della Fondazione e alle sue numerose pubblicazioni. La preparazione del volume, come si evince dalla Nota editoriale, è stata realizzata in un periodo anomalo, segnato dall’emergenza sanitaria indotta dalla pandemia da Covid-19. Stiamo vivendo, ancora oggi, nonostante la quarantena imposta all’Italia sia terminata da qualche mese, in un «tempo sospeso», non avendo conseguito, finora, alcuna certezza medica in merito all’evolversi della situazione. Resta il fatto che, oltre alla drammaticità della situazione socio-economica italiana, europea e mondiale, il virus sembra avere intaccato alcuni dogmi attorno ai quali è stato costruito il senso comune contemporaneo. I profeti del progresso illimitato, della produzione senza limiti, del saccheggio devastante della natura, della globalizzazione, sono rimasti soli.  Questo virus «moderno» ha fatto comprendere anche ai riottosi, verità che ad Evola e al pensiero di Tradizione risultavano di evidenza lapalissiana molti decenni or sono.

 

  •  La democrazia liberale, soprattutto in Italia, ha esplicitato, davanti alla pandemia, l’humus totalitario, epi-demico, come disse il filosofo Andrea Emo, che la costituisce ab initio. Il filosofo di «sinistra» Giorgio Agamben, se ne è accorto tra i primi, richiamando l’attenzione sulla nascente «dittatura sanitaria», espressione politica della governance, espropriatrice della libertà dei popoli oltre che delle loro identità spirituali e culturali. Tranquilli, con Evola è possibile asserire, al di là di ogni facile catastrofismo, che non siamo affatto di fronte alla fine del mondo. Quella che si configura davanti ai nostri occhi è, sic et simpliciter, la fine di un mondo, quello post-moderno, succedaneo della modernità di matrice illuminista. Il virus ha reso evidente ai più un stato di fatto innegabile. Evola lo scrisse in un articolo illuminante, pubblicato sulle colonne de La Torre (da poco in una nuova edizione aggiornata e commentata nelle librerie per i tipi delle Mediterranee) nel marzo 1930. Quello che sta tramontando mestamente è il mondo il cui valore portante è da individuarsi nella «religione dei diritti dell’uomo», nel livellamento generalizzato. E’il mondo in cui, da tempo, i popoli non fanno che inginocchiarsi davanti a falsi dei, l’utile, il denaro, e dal quale sono sati estromessi i Capi! Gli uomini della nostra epoca sono stati: «scientemente liberati dall’Io e dallo spirito […] parti impersonali nell’immane agglomerato sociale […] Il loro pensiero e il loro modo di sentire e di giudicare avrà carattere assolutamente collettivo», scriveva Evola. Gli uomini della società liquida sono ammaestrati e vivono una piacevole, sanissima, sportiva condizione da «animali domestici». Questo lo stato delle cose: «da un punto di vista spirituale, che è quello che a noi importa di più, la fine del nostro mondo,è già avvenuta» (p. 11). Nulla da preoccuparsi. L’unica cosa che conta è farsi trovare pronti per la svolta radicale che auspichiamo, per il Nuovo Inizio.
  • Studi Evoliani 2019 risulta, allo scopo, decisamente utile. L’annuario è aperto dalla pubblicazione degli Atti di due convegni di studio (Roma-Milano, 14 dicembre 2019) organizzati dalla Fondazione per celebrare i settant’anni de Lo Yoga della potenza (1949-2019). Le sette relazioni tenute dagli studiosi intervenuti propongono approfondimenti disparati, relativi alle scelte di orientalistica di Evola, soffermandosi sulla sua lettura del tantrismo. Tra le altre, segnaliamo quella di Horia Corneliu Cicortaş, traduttore e curatore in Italia di opere di Eliade e Cioran. Molto ampia la sezione dedicata ai Saggi. Essa presenta l’approfondita lettura di Nuccio D’Anna dell’opera storico-religiosa di W. F. Otto, una presentazione delle tematiche relative alla magia sexualis, un attraversamento dell’estetica evoliana ed un confronto, motivato dalla recente morte del filosofo Emanuele Severino, tra la sua filosofia e quella del pensatore tradizionalista. Significative, infine, le pagine di Luciano Tellaroli sull’alpinismo metafisico.
  • La sezione Inediti e rari è impreziosita da testi rari. Ci riferiamo agli scritti della polemica intercorsa tra Evola e la rivista cattolico-tradizionalista Adveniat Regnum, introdotti da un testo, contestualizzante le ragioni del contendere, firmato da Carlo Fabrizio Carli. In questa parte dell’annuario compare un pezzo di Pier Vittorio Barbiellini Amidei, dal quale si evince come, nonostante le differenze di vedute, ci fossero allora, tra le parti in causa, rispetto e stima reciproca. Va segnalata, inoltre, l’importante testimonianza del musicista «metafisico» Giacinto Scelsi, la cui figura e opera sono organicamente presentate, in un saggio di scorrevole lettura, da Andrea Scarabelli. In Cronache e polemiche è contenuta la rassegna di una mostra evoliana tenutasi a Milano nell’ottobre del 2019, oltre all’accorato ricordo che Manlio Triggiani ha dedicato ad Alessandro Barbera, recentemente scomparso. Dello studioso pugliese, vengono riprodotti due saggi atti a metterne in luce la qualità esegetica e il rifiuto di ogni sterile dogmatismo e scolasticismo.
  • Il volume è, more solito, chiuso da un’ampia rassegna di recensioni di testi inerenti tematiche evoliane e/o tradizionali. Nella Nota editoriale si fa, tra l’altro, riferimento, all’ampio dossier sui funerali alpestri di Evola, pubblicato su Studi Evoliani 2017. Quella raccolta, si ricorda, ha suscitato la reazione di qualcuno che si è sentito chiamato in causa. Ciò ha prodotto la pubblicazione di un altro dossier, sullo stesso tema, apparso su una nota rivista di indirizzo tradizionale. La cosa è così commentata sull’annuario: «Ora i lettori hanno in mano i diversi punti di vista […] e possono decidere con cognizione di causa, giudicando liberamente da sé. Al di là di ogni sentito dire e leggenda metropolitana» (pp. 12-13). Quest’anno, quindi, la lettura di Studi Evolaini 2019, risulta ancor più stimolante che in passato, testo imprescindibile per quanti siano vicini al pensatore romano o per quanti vogliano avvicinarsi al suo mondo ideale.