• Generazione erasmus
  • Generazione Erasmus
  • L’uomo vacuus e disponibile dei nostri giorni
  •  di
  • Giovanni Sessa
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  • Il mondo nel quale viviamo è ben descritto dal testo di Imagine, noto brano di John Lennon. Yoko Ono, compagna del musicista inglese, sostenne che l’insegnamento della canzone poteva essere così sintetizzato: “Siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo”. Lo ricorda Paolo Borgognone nel suo ultimo libro, Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la ‘guerra di classe’ del XXI secolo, pubblicato per i tipi della OAKS editrice (per ordini: info@oakseditrice.it, euro 25,00). Il volume, arricchito dalla prefazione di Francesco Borgonovo, si pone in continuità con le tematiche che l’autore ha affrontato nei precedenti lavori.
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  • Sostanzialmente, egli presenta l’esegesi della società contemporanea, dominata dal capitalismo cognitivo-finanziario. L’analisi prende avvio dalla discussione dei processi storici che hanno indotto la sua affermazione e si sviluppa attraverso la discussione di ampia documentazione storico-sociologica, atta ad individuare effettive vie di uscita dall’attuale stato delle cose. L’impianto teorico di riferimento è ascrivibile all’hegelo-marxismo, di cui è stato maestro il pensatore torinese Costanzo Preve. L’elemento originale della lettura di Borgognone va individuato nei significativi richiami alle posizioni di autori riconducibili alla “destra” di Tradizione. Quindi, se i suoi lavori, per certi tratti, possono essere ricondotti al filone di cui da tempo si è fatto interprete mediatico Diego Fusaro, a Borgognone va ascritto il merito di aver smascherato il senso oggi assunto dal periodico ritorno dell’antifascismo: alibi ideologico, falsificante, di cui i padroni del vapore si servono per disarticolare sul nascere l’auspicabile incontro tra le periferie politiche antisistemiche operanti in Europa.
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  • Cosa si intende per “Generazione Erasmus”? E’ la generazione costituita dagli studenti universitari, inviati in giro per l’ Europa con la scusa dello studio e dell’apprendimento delle lingue straniere, in realtà, per edificare l’europeo del domani, così come pensato dagli appartenenti alla Nuova Classe. Questi deve essere caratterizzato da tratti antropologici ben definiti: deve, prima di ogni altra cosa, essere vacuo e disponibile. La vacuità è obiettivo che si consegue con le politiche scolastiche deculturalizzanti. Esse hanno indotto un processo di sradicamento sociale ed esistenziale delle giovani generazioni che non ha precedenti nella storia, fondato sulla rimozione forzata del passato e della memoria comunitaria dei popoli. La mancanza di riferimenti, di precedenti a cui richiamarsi nell’esperienza quotidiana, la definitiva cancellazione della figura del Padre, simbolo della Legge, ha reso incapaci i nostri adolescenti di progettare il futuro e li ha resi imbelli di fronte all’eterno presente del consumo. L’uomo vacuo, liquido, privo di effettiva sostanzialità, che solo la coscienza di sé può concedere, è uomo “disponibile”. Innanzitutto, rispetto agli inviti alla mobilità e al nomadismo sociale, diffusi dall’articolato e pervasivo sistema comunicativo.

  • Tale ideologia, in netto contrasto con il “nulla di troppo” e il “conosci te stesso” della antropologia di Tradizione, è il risultato della fusione di “internazionalismo progressista e capitalismo sfrenato. E’ stato il progressismo[…] a creare quella che Jean Claude Michéa chiama l’immagine dell’uomo disponibile” (p. 10). Questi è individuo senza contezza delle ragioni effettive del suo sradicamento e accetta, pertanto, supinamente, quando non la voglia esplicitamente, la mobilità. Il giovane in Erasmus è paradigma di tale antropologia. Nel 2015 hanno lasciato il nostro paese 147.000 giovani, un esodo di massa compensato dagli ingressi smisurati e senza controlli efficaci, di immigrati. Queste sono le conseguenze delle politiche liberiste, fondate sulla riduzione di salari e spese sociali, nonché sull’esproprio della sovranità monetaria e popolare. Tali scelte sono state accompagnate dalla comunicazione eterodiretta, mirata a far credere che chi rimane dove è nato e vive secondo tradizione, è un provinciale che mai conoscerà le “libertà” del nuovo modello di vita pienamente realizzato all’estero. Medesima convinzione muove gli immigrati che giungono da noi, provenienti dal Terzo Mondo. La loro funzione è quella di ‘esercito di riserva’del capitalismo cognitivo, finalizzato a sostituire i lavoratori locali. Ciò ha, quale effetto, lo sradicamento degli uni ed egli altri.


  •  L’uomo vacuo e disponibile vive in una realtà onirica. La delusione prodotta inevitabilmente dal desiderio della merce, viene compensato dall’apparato della società gaia, il cui attore assoluto è il single, “stereotipo del consumatore perfettamente emancipato” (p. 14). E’ evidente che il nomadismo non deve limitarsi alla dimensione spaziale, ma deve agire anche a livello esistenziale e sociale: relazioni non vincolanti e di breve durata, segnano oggi i rapporti umani. I confini, qualunque essi siano, anche di tipo sessuale, devono essere abbattuti. L’uomo ‘disponibile’ della Generazione Erasmus, rileva Borgognone, ha assunto la dimensione liquida connotante la ‘merce delle merci’, il denaro, che è scambiale con qualsiasi altra merce. In tale contesto, dal punto di vista politico, va sottolineata la piena adesione della sinistra al progetto cosmopolita e gaio del capitalismo cognitivo. Momento apicale di tale percorso involutivo della sinistra, va individuato negli anni Sessanta: con il perseguire la “fantasia al potere”, il gauchismo tralasciò la tutela dei diritti sociali e del lavoro, abbandonando il popolo. Non è casuale, quindi, che esordio del movimento liberal-liberatario, antesignano della Generazione Erasmus, fu la Movida di Madrid, il cui repertorio culturale era ascrivibile a intellettuali quali Joachin Sabina e Pedro Almodòvar. Tale situazione ha mutato la lotta di classe nel XXI secolo che, per questo, non si sviluppa più lungo l’asse dicotomico destra/sinistra, ma lungo la direttrice che contrappone gli esclusi della globalizzazione agli inclusi in essa, il popolo alla Nuova Classe cosmopolita.


  • Chi rivendica appartenenze, identità, e tutele del lavoro e si oppone alla omologazione e alla precarizzazione della vita imposta dalla Forma-Capitale, può oggi essere considerato il nuovo soggetto rivoluzionario. Borgognone invita la destra di Tradizione ad abbandonare il pregiudizio anticomunista ed antisovietico. Al medesimo tempo la sinistra di opposizione al sistema, dovrebbe però lasciarsi definitivamente alle spalle il comodo alibi antifascista, ma ciò è lungi dal manifestarsi. Per il resto, valutiamo molto positivamente le posizioni dell’autore, tese a valorizzare il contributo cruciale della Russia di Putin in termini geo-politici, al fine di costruire un blocco euroasiatico in funzione antiatlantica.