• INTERVISTA
  • LUCA GALLESI
  • a
  • Luca Gallesi
  • (OAKS EDITRICE)
  • A cura di
  • Sandro Giovannini
  • ...qui
  • la nostra intervista
  • e di seguito quella uscita su
  • Barbadillo.it
  • affinché il lettore possa avere una migliore visione dell'iniziativa editoriale
  • OAKS...
  • D: Dalla lettura complessiva del catalogo e da alcuni libri guida mi è sembrato di cogliere un doppio registro sostanziale. Il primo consiste nel rimettere in pista dialettica molti dei temi e degli autori ingiustamente emarginati, non certo per obbiettivo interesse ma principalmente per pregiudizio ideologico. Questo, anche se indubitabilmente coraggioso ed utile, era prevedibile. Ma il secondo è quello di far capire che, qualsiasi siano le innumerevoli divaricazioni necessariamente verificatesi nel contesto geostrategico mondiale, tutto ruota ancora intorno ai temi che la modernità ha tracciato negli ultimi tre secoli e che la cosiddetta post-modernità ha solo aggravato le poste determinatesi allora, senza nulla risolvere di decisivo ed anzi aggiungendovi nuove distruzioni, consumazioni ed espropriazioni esistenziali. Ovviamente questa è una mia lettura. Quanto ti appare legittima?
  • R: Direi assolutamente legittima: la cosiddetta "postmodernità" non ha fatto che ignorare i problemi (e le macerie) lasciate dalla "modernità", come ognuno di noi può facilmente vedere.   Del resto, come ben sappiamo, non c'è nulla di nuovo sotto il sole, sempre che si voglia riconoscere un/il Sole e che si capisca il significato di nuovo. Sul nulla... niente da dire.

  • D: Una casa editrice dovrebbe avere una sua logica profonda e forse non solo una linea esteriore più o meno riconoscibile. Questo non sempre si deduce da cataloghi, apparentemente interessanti ma privi di una giustificabile autonomia, che non sia dettata solo da logiche o personali (puramente creative) od aziendali (economiche). In OAKS mi è sembrato di rinvenire l’intima pulsione di un orgoglio che non si è arreso all’inevitabile e che quindi deve riproporre, a pena di decadenza logica, tesi e contesti, anche maledetti, e che però lo fa, oltreché con ammirabile stile ed intelligenza, anche con un’insistita capacità dialettica che non rinuncia mai al confronto, anche sui terreni più impervi, scivolosi e carsici, cosa ormai del tutto rara… La tua reazione al proposito.
  • R: Temo, ahimè, di dovermi rassegnare alla (giustamente) stigmatizzata "logica personale"... Ti confesso che, pur occupandomi di libri, come tu ben sai, dalla fine degli anni Settanta, grazie al caro e compianto Luciano Beggiato, della Società Editrice il Falco, non mi aveva mai sfiorato l'idea di dirigere una sigla editoriale, per pigrizia, snobismo, indifferenza agli aspetti mercantili/commerciali inevitabilmente connessi a tale attività. Quando mi è stato chiesto - già, non fu una mia idea...- di lanciare un marchio che andasse a occupare uno spazio libero nel già affollato mercato librario italiano, ho accettato solo a patto di pubblicare quello che, a mio insindacabile giudizio, avrei avuto piacere di leggere. E così, ti devo confessare, le mie scelte risentono, direi totalmente, dei miei gusti, dei miei interessi, del mio vissuto... e sembra che questa sensibilità sia fortunatamente diffusa e condivisa!

  • D: Sven Hedin e Roger Nimier… nella tua editorialità futura metti assieme il massimo d'imprevedibilità e di raffinatezza, di pesantezza scapestrata e di leggerezza guascona… Direi che la formula aduale, alchemica e storica assieme, procede dal tuo sogno ad una realizzazione esatta…  Vorrei riconoscere in questa tua capacità di far interagire creativamente gli opposti (ma sono poi tali?) un bello schiaffo (il guanto) alla consorteria del presente, ovunque si situi, intimamente becera e paludatamente “attuale”…
  • R: Esattamente, in fondo, cosa siamo, "noi"? Come potremmo definirci se non degli irrequieti, irregolari, impazienti, insoddisfatti e appassionati "bastian contrari"?   Ecco, dunque, che i nostri interessi, la nostra essenza si manifesta nelle nostre letture e nei nostri -forti- gusti, che non potrebbero mai essere accettati o tantomeno apprezzati, a quel famoso tavolo, dove tutti i posti erano occupati, "tranne quello del torto", come diceva Brecht.   Beh, noi, a quel tavolo non ci siamo mai seduti, e lo abbiamo, anzi, rovesciato molto volentieri. Mi piace spesso ricordare un aforisma di Ezra Pound, tratto da Carta da Visita: "Chi non ha forti gusti non ama, e quindi non esiste". Noi esistiamo, eccome!

  • Riportiamo,
  • quindi, per completezza,
  • la bella intervista
  • uscita recentemente su
  • Barbadillo.it
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  • Professor Gallesi, responsabile della casa editrice Oaks, un primo bilancio di un anno di attività?
  • “Un bilancio sicuramente molto positivo! Abbiamo pubblicato quasi 30 libri tra novità assolute e nuove edizioni, siamo distribuiti  a livello nazionale in tutte le librerie più importanti e abbiamo mantenuto sin dall’inizio una costante presenza sulla stampa, che ci segue con attenzione. Abbiamo riempito un vuoto, andando a coprire lo spazio delle “intelligenze scomode” (copyright Giano Accame) che molti lettori aspettavano da tempo”.
  • Il riscontro che attendeva dai lettori?
  • “Decisamente superiore alla aspettative: abbiamo potuto constatare l’esistenza di un pubblico attento e affezionato anche nel corso delle numerose presentazioni che abbiamo fatto e ai festival librari a cui abbiamo partecipato. Un pubblico di tutte le età, accomunato dalla mancanza di pregiudizi e da tanta curiosità. A proposito, siamo anche diventati una piccola comunità virtuale, che si incontra sulla nostra  pagina Facebook”.
  • Il volume più difficile che ha pubblicato?
  • “Dal punto di vista dei contenuti, direi sicuramente che l’elegante Gli Stati Uniti nel 1800 di Henry Adams chiede al lettore un certo livello di raffinatezza, mentre, se parliamo della difficoltà di un libro per il genere “scandaloso” o l’autore “maledetto”, direi che L’arte della rapina, dell’ex-rapinatore Francesco Ghelardini prosegue brillantemente il filone dei cattivi inaugurato dallo Spaggiari, materia che tanto continua a inorridire i benpensanti”.
  • Il cult?
  • “Appunto lo Spaggiari, il cui Le fogne del Paradiso è il nostro long-seller, anche grazie all’entusiasmo del curatore, Carlos d’Ercole. La storia, narrata in prima persona, di un ex-legionario che diventa l’autore del colpo del secolo, per poi essere catturato, evadere rocambolescamente e poi vivere per il resto dell’esistenza da latitante e scrittore è davvero straordinaria”.
  • L’autore che vorrebbe nel catalogo?
  • “Mi piacerebbe tanto  pubblicare Sven Hedin, leggendario esploratore, scrittore di viaggi e avventuriero poco tradotto in Italia per le sue imperdonabili simpatie politiche, e poi sarei soddisfatto se riuscissi a inserire in catalogo anche Roger Nimier, un altro autore molto scorretto e altrettanto bravo”.
  • La recensione più calzante di un volume della collana?
  • “La biografia di Stalin, del leggendario Essad Bey, autore rimosso per settant’anni e che ora, tra le altre librerie, è esposto in vetrina alla Libreria Teologica di Milano. Marco Respinti gli ha dedicato una bella recensione su “Libero”.
  • Il libro che ha generato un dibattito inatteso?
  • “La grande fuga, di Juergen Thorwald, curata dal bravo Francesco Coppellotti, che assieme al Paul Sérant de I vinti della Liberazione ha riaperto il dibattito sulle vittime della Seconda guerra mondiale, le centinaia di migliaia di morti civili sotto le bombe alleate o il quasi milione di donne tedesche violate dai vincitori, sovietici ma anche americani. E non si tratta, purtroppo, di fake news… come ha ricordato Mario Bernardi Guardi, che ha introdotto il Sérant”.
  • I progetti (libri in programma di pubblicazione) per il nuovo anno?
  • “Dopo gli ultimi titoli, l’originale La stagnazione d’Italia di Giorgio Galli, lo stimolante Spengler contro Spengler. Il tramonto dell’Occidente? di Moeller van den Bruck e il provocatorio Generazione Erasmus di Paolo Borgognone, è in stampa Lo spirito europeo e il mondo delle macchine di George Bernanos, curato da Alfredo Cattabiani e con una introduzione di Alessandro Gnocchi; un pamphlet di Robert Poulet Contro la gioventù curato da Luigi Mascheroni, e l’ Autobiografia di Monaldo Leopardi, il grande reazionario padre di Giacomo, introdotta da Alessandro Zaccuri”.