• I
  • “libri-idea”
  • a cura di
  • Sandro Giovannini
  • LIBRO MANIFESTO
  • Innanzitutto potrebbe apparire ben ridicolo nominare un libro… “libro-idea”. Qualsiasi libro consiste (o dovrebbe consistere) su una o più idee… (Forse una, per un libro effettivamente utile, è già molto…) Qui, quindi, viene messo in rilievo più che altro il progetto curatoriale insito in un richiamo/appello - per quanto sommario ed aperto - ad un possibile svolgimento, all’interno di un collettivo che varia per dimensioni e qualificazioni.
  • A quel punto possiamo rilevare che una differenza possibile, rispetto ad altri testi collettanei, è il maggiore gradiente di finalizzazione che tende a valorizzare un complesso, per quanto tendenziale e sperato, organizzatosi intorno ad un’idea, più che a convergenze d’appartenenza o di scuola. Infatti una caratteristica in genere poco frequentata (in alto come in basso) e che qui invece è costitutiva, è proprio la perseguita differenza di qualificazioni, non nel merito raggiungibile ma nel metodo di partecipazione. Si allineano, con ben comprensibile fastidio di alcuni, capacità di tipo meravigliosamente amatoriali, accanto ad altre impeccabilmente accademiche. E, trasversalmente ad esse, tagli artistici e slanci utopici. Il tutto concentrato, come nel collo di un imbuto, anche se alcuni degli scriventi - abituati a ben altri spazi - non ne sono né troppo convinti né forse contenti. Il giudizio finale è persino facilmente distorcibile, legittimamente, se non ci si accorga dell’eclatante differenza che produce il terzo, ovvero se non si sospetti minimamente che questo possa accadere… Io stesso mi sono sorpreso a verificare che autentiche gemme non sarebbero state rinvenute con metodo meno avventuroso.


  • retro LIBRO MANIFESTO
  • Il primo “libro-idea” è stato il Libro-manifesto della Nuova Oggettività, nel 2011, con, allegati, un INFOLIO “Futuro-Presente-Passato” di S.G. ed un CD di musica classico-contemporanea del M° Mario Mariani.  Ha inaugurato un metodo che è poi proseguito con “Al di là della destra e della sinistra…” e con “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna? - L’impero interiore”, ambedue nel 2013, ed infine con “Non aver paura di dire”, nel 2015. Oltre 90 contributi personali nel primo con circa 150 adesioni formali, una trentina circa per i due successivi, e 42 per il quarto. A seconda delle “idee” poste, s’adeguano correlativamente le partecipazioni. Si deve aggiungere che le case editrici implicate sono state due: L’Heliopolis e La Carmelina di Federico Felloni a Ferrara e nel caso di “Non aver paura di dire”, assieme, la prima con una tiratura numerata e pregiata, la seconda con un ampliamento di collaborazioni e di tiratura. La curatela sempre a circuito di cari amici tra cui Sessa, Sgroi, Guerra, Bertuccioli, Silvestri, Pesante, Mancinelli, Giovannini.  Il contesto di riferimento è stato, almeno fino al terzo libro, il movimento di pensiero della Nuova Oggettività, e, dal quarto, una adesione compatibile con gusti e disgusti (di stile), più che con apparenti o facili allineamenti ideologici. Contro il pregiudizio ma saldamente all’interno di parametri antiglobalisti, antiusurocratici, anticonsumisti, partecipativi, differenzialisti, olisti, identitari, sovranisti e destinali (per quanto questa sommaria elencazioni richiederebbe ben ulteriori specifiche), ove una sorta di “identità plurale” è speranza comunque attiva di fuoriuscita dall’apatia al progetto. Per un comunitarismo rinvenibile, oltre le generazioni, all’insegna del “sempre possibile”.

  • Alcuni hanno facilmente sorriso delle pretese del lavoro e della ricerca, ma noi, nei nostri replicati fallimenti comunitari, che comunque marcano percorsi d’approfondimento che hanno oggettivamente pochi eguali almeno negli ultimi decenni, non ci siamo consegnati alla piega beffarda, e non ci potremmo certo compiacere d’insistiti anarcoidismi, qualora ne fossimo, noi stessi, portatori sani.  Questo lo diciamo, non per inutili e piccate sottolineature, ma proprio perché vorremmo proseguire, senza alcun orpello eccessivo, con un prossimo lavoro nel solco del già fatto e del già giustificato...

 

Aldila della destra sinistraretro Aldilà

  • Per quale motivo
  • Non aver paura di dire