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(Il volumen Properz-Gedichte aperto sulla riproduzione a mano di un famoso mosaico romano)
Properz-Gedichte- (...il prototipo manufatto portato alla Buchmesse di Francoforte nel 1988)
- Nell'ottobre del 1988, s’inaugura un diverso format del salone tedesco, alla sua 40° edizione. C’è infatti il primo “ospite d’onore nazionale” alla Buchmesse di Francoforte: l’Italia. Il tutto sponsorizzato e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 1989 toccherà poi alla Francia, non certo entusiasta del nostro anticipo e poi ancora al Giappone e così di seguito. Ma l’Heliopolis in più è scelta ed ospitata dall’Associazione Italiana Editori fra poche raffinate editrici all’interno del suo stand all’entrata del padiglione principale tedesco (non in quello che ospitava tutte le altre editrici italiane). Al di là della scelta lusinghiera, noi non ce lo saremmo proprio potuto permettere, da soli, perché per noi la struttura delle Buchmesse era del tutto sovradimensionata e girava attorno ad affari che nemmeno ci sognavamo. Nei giorni dei visitatori professionali, purtroppo m’accorgo in ritardo che, elegantemente e con molta discrezione, gli editori tedeschi del fac-simile, molto presenti ed agguerriti ed evidentemente preoccupati, ci fanno intorno un vero filtro, proprio all’ingresso del loro salone, per dirottare ogni eventuale interesse. Da noi. Cosa per la quale ho persino protestato con l’AIE, senza ovviamente costrutto. Infatti avevamo portato alla Buchmesse il prototipo di un rotolo interamente in tedesco il “Properz-Gedichte”, in bella evidenza nei suoi più di 5 metri d’estensione e pronto per la successiva tiratura in fotocomposizione.
Per la prima volta l’avevo risolto totalmente a mano, testo e disegni, il tutto riprodotto con un lungo lavoro durato mesi lungo tutto l’intervallo dal salone del libro di Torino. Credo, con uno sguardo retrospettivo, di poterlo ben definire come il massimo risultato da me ottenuto nel "tutto a mano", lungo l'intera storia dell'Heliopolis. Alternavo ad un’accettabile paleografia, tante parafrasi su carta di tecniche dell’antico riprese da svariati campi: miniatura, mosaico, affresco, bulino, incisioni monetali, etc. Indubbiamente era un’esplosione di forza espressiva (mi son stupito io stesso) oltre ogni possibile critica e giocava sul fascino d’una evocazione doppia, arrischiata al massimo livello tra richiamo filologico e gradevolezza rivolta al mercato colto dei libri da bacheca e da esposizione.